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Asilo Piddì
C’è un detto risalente all’epoca del regno di Navarra (XVII sec) che recita così: "Se obedece, pero no se cumple." (Trad: "Si obbedisce, ma non si esegue.")
Significa che le ordinanze provenienti dal Regno non si eseguivano nella provincia Basca, perché la contestualizzazione era diversa, perché la reggia era lontana, per dispetto, per spinte autonomiste e poi, chi cazzo controllava?
Mi perdonerete l’accostamento, ma io, nella vicenda delle porte chiuse a Gianlucone, ci ho visto una metodica molto simile. (Anche se definire il Piddì irpino come la provincia Basca è un po’ una forma di blasfemia.)
Il reintegro di Festa nel partito a livelli regionali e nazionali, dopo un anno di confino, non viene eseguito a livello locale, tipo questa periferia dell’Impero che si chiama Irpinia.
Mettiamola in un altro modo: la vicenda del reintegro non convalidato in Irpinia è come negare l’exequatur.
Sarebbe il procedimento per il quale una sentenza straniera può essere applicata in altro Paese qualora soddisfi gli stessi principi della legislazione dello Stato ricevente.
Evidentemente, il reintegro di Festa non soddisfa i principi della segreteria provinciale irpina.
Poco importa—in verità —conoscere quali siano i principi nazionali contrastanti con le fisime provinciali, anche perché—mi sa—la mancata concessione dell’exequatur sa più di piccio personale che di pedissequa interpretazione regolamentare o statutaria.
Pur conoscendo personalmente Gianluca Festa—e prima che qualche lettore mi rimproveri di endorsement—voglio precisare che la mia è un’analisi in punta d’ironia, non una difesa. Non m’interessa sapere se Gianluca Festa sia il miglior candidato alla poltrona di Sindaco della nostra Città , m’interessa, invece, sottolineare come i partiti non siano più quelli di una volta, bensì si dimostrino, ancora e prepotentemente, caciccati, ovverosia piccoli e scomposti feudi, se non addirittura bande (come però anche altrove in Italia, specialmente del Sud ed in particolare in seno al Piddì).
La variante del caciccato irpino appartiene alla categoria ’asilo’, modernamente conosciuta come ’scuola dell’infanzia’.
Di solito, nei giochi dei bambini il pallone viene ripreso dal legittimo proprietario che interrompe la partita quando questi capisce che la sua squadra non vince, o nega l’uso del pallone quando non gli permettono di scegliersi i compagni di squadra, oppure se tra i compagnucci di giochi del cortile c’è qualcuno antipatico da allontanare.
Va da sé che si tratta di prepotenze tanto infantili quanto effimere: il mondo comunque è pieno di palloni, di squadre con cui giocare, di cortili, nonché di antipatici. E questo Festa lo sa bene.
Come pure noi sappiamo bene che la politica è morta, i partiti non sono più quelli di una volta, il PCI non detta più nessuna linea ed ognuno fa quello che cazzo gli pare.Retour ligne automatique Figuriamoci quanto se ne importino i livelli nazionali di un eventuale ricorso di Festa contro le porte chiuse di Via Tagliamento, o di De Blasio contro un eventuale commissriamento della Segreteria: i livelli nazionali se ne importeranno allo stesso modo di come si sono interessati a risolvere il garbuglio irpino, tra voti, numeri legali, mozioni di sfiducia, accuse reciproche.
Come territorio, non interessiamo a nessuno, non esprimiamo genialità , tutt’al più siamo un gregge di cammelli da utilizzare all’uopo. Pertanto, uno sdegno in più o in meno, un piccio in più o in meno che volete che siano.
Eppure, sono queste cose che rovinano inesorabilmente un partito. Un partito-asilo cone il Piddì irpino perde costantemente credibilità . In un partito siffatto, chiunque può salire alla ribalta e questo ’chiunque’ potrebbe non avere nessuna competenza, nessuna qualità .
Leggevo proprio ieri l’intervista a Vincino (il vignettista). Ha detto (testuale): "Quando Grillo vuole arrivare al 50% più uno dei consensi con trenta ragazzi ignoranti è pericoloso." (Mah, fossi nei trenta ragazzi ignoranti, lo denuncerei a Vincino, o no? Anyway.) Che significa quest’affermazione di Vincino? Che i partiti non esprimono più competenza, nè saggezza. É solo una questione di potere: chi lo cerca con accordi, chi lo cerca attraverso il populismo e la demagogia, ma non è utile alla vita dei cittadini.
Ancora. Sempre ieri sera da Lilli Gruber, Andrea Scanzi ha affermato compiaciuto che con gli esponenti della Prima Repubblica si poteva parlare di Max Weber, mentre con Renzi, tutt’al più puoi parlare di playstation. E ci sto pure se però si ha l’onestà mentale di ammettere che non è che con gli altri—con tutti gli altri, cioè—si riesce invece a parlare di Durkheim, giusto per rimanere in tema sociologico.
Ieri sera, per il Corso, si è tenuta una fiaccolata sindacale. Si chiedeva ascolto, si faceva un appello (attraverso il Prefetto) sulle condizioni del welfare in Irpinia, dove chiudono ospedali e reparti, dove la sanità costa sempre di più (è un lusso). Orbene, erano quattro gatti (nel senso buono, eh) e solo dirigenti e quadri del sindacato, laddove, invece, doveva esserci tutta la popolazione a chiedere il ripristino di garanzie di assistenza costituzionali.
Le persone non credono più ai partiti se questi puntano solo a diventare il ’padrone del supersantos’ di turno e non si preoccupano della Sanità se non nella misura in cui è solo un’immensa torta da spartirsi.
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Gianluca Festa en el Portsmouth 2002/03.
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FA Cup Final 1997.
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Gianluca Festa
Nationality Italian
Position Defender
Team(s) Middlesbrough 1997-2002, Portsmouth 2002-2003
Stats 163 Appearances, 11 Goals
Fun Fact Festa was an accomplished martial arts master and a junior Italian tennis champion before becoming a footballer.
Submitted by James Keeling
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Chi mangia il pollo intero?
C’è un assioma poco noto, secondo il quale nella descrizione di un atteggiamento o nella formulazione di una previsione comportamentale si azzecca sempre se riferite ad un gruppo sociale, ma si toppa sempre se proviamo ad assegnarlo ad un singolo preso a caso dal campione.
Si tratta dell’epilogo della parabola dei polli. Se su dieci persone cinque mangiano un pollo e cinque no, statisticamente tutti e dieci hanno mangiato mezzo pollo. Il problema sorge quando devo identificare chi ha mangiato il pollo intero: si sbaglia sempre persona, si acchiappa sempre quello che non ha mangiato niente, manco una coscia. Finisce che ci vengono dei dubbi sulle statistiche. (L’inghippo è che confondiamo le statistiche con le generalizzazioni.)
Il mistero delle probabilità assomiglia al più noto quesito dei bottoni di due colori da prendere al buio: ne devo prendere almeno tre per avere almeno due dello stesso colore. Già , ma si finisce sempre col prendere quelli del colore che non serve, perché—per la Legge di Murphy, quella che regola il nostro pianeta—se una cosa può andar male, ci andrà . E questa non è legenda, né scienza: è Cassazione.
Si tratta di arcani, un po’ come quando si spaiano i pedalini del bucato. Non si capisce mai come possa succedere, ma soprattutto dove vadano a finire i calzini spaiati.
La stessa cosa quando si scrive un articolo su temi sociali o sociologici: c’è sempre gente che più o meno educatamente fa notare che pur essendo (per età , luogo di nascita, studi, attitudini) nel novero del gruppo descritto, non ne condivide i comportamenti o l’atteggiamento, criticando l’autore, spesso incolpandolo di ignoranza.
Occhèi, le eccezioni fanno parte del gioco, ma non è che se ad un nerd capita di non amare Star Wars, questo deve mettersi a protestare che non è vero che ai nerd piaccia Star Wars. Non si tratta di generalizzazioni, bensì di statistiche e di tendenze.
Una delle spiegazioni è che gli outsider o i maverick di un gruppo statistico spesso tendono a volersi evidenziare e sul web la loro voce risulta sproporzionalmente amplificata, lasciando supporre una più ampia e generale inesattezza dei concetti espressi dall'inchiesta, dall'editoriale, dal saggio di sociologia.
Poiché a me Star Wars piace molto, ma solo i primi quattro episodi (in ordine di apparizione), in che gruppo mi trovo? Ovvero; rientro in qualche gruppo statistico significativo?
Idem se si chiede alle persone di conoscere il loro voto alle amministrative. Non solo nel caso attuale, ma anche prima, con Galasso: tutti a giurare e spergiurare di non aver votato il sindaco pro tempore. Ovviamente, più si evidenziano i guai dell’Amministrazione più le confessioni di estraneità si moltiplicano.
Se contassimo le dichiarazioni di non-voto nei confronti di Vincenzo De Luca (specialmente se gli capitasse di avere ancora problemi con la Legge Severino), impazziremmo a capire come sia riuscito a vincere le regionali.
Ad Avellino, però, siamo anche ’oltre’. Infatti, dopo l’uscita augurale di Festa (nei manifesti larghi quanto un monolocale), per esempio, molti si sono preventivamente affrettati nelle dichiarazioni di non-voto futuro, semmai Gianlucone nostro si candidasse. Qualcuno lo ha scritto nei commenti sotto agli articoli; di molti altri ho sentito discussioni e riflessioni a voce.
L’opinione pubblica sta denigrando l’iniziativa pubblicitaria di Festa e gli preconizza alle spalle un flop elettorale.
L’opinione pubblica è una misura globale di tendenza: non è tutta Avellino e comunque soffre delle stesse limitazioni del polli statistici. Se dal mucchio di commentatori estrapolo un qualcuno qualsiasi, quasi sicuramente questi mi dirà come minimo che di Festa non gli interessa nulla. Insomma, un calzino spaiato in libertà .
Poi—grazie alla competenza nel marketing, come ha evidenziato anche l’impertinente Stewie—succede che Gianlucone diventa davvero Sindaco. Ed è qui che appare di nuovo l’arcano.
Come se fosse votato da tutti i pedalini spariti, insomma, o dagli Italiani che mangiano il pollo intero o dai nerd cui non piace la saga di Star Wars.
(Indubbiamente, con gli alti tassi di astensionismo di oggi, basta poco per essere eletto: basta una claque ben organizzata. Ma questa è un’altra storia.)
Solo che i mezzi-polli-statistici (o i pedalini spaiati) che voteranno Festa (o chiunque altro, beninteso) saranno in realtĂ sempre di piĂą di coloro che hanno preventivamente dichiarato di non votarlo, di non interessarsene e degli ex post che avranno ancora il coraggio di dichiarare di averlo votato.
In conclusione, siamo un popolo (o anche una Città ) di votanti spaiati, la cui somma totale sarà superiore alla somma degli elettori! Come se dopo aver montato uno scaffale ighèa avanzassero misteriosamente dei bulloni.
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Middlesbrough-Leeds United 1999/00.
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Middlesbrough 1996/97.
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Cagliari Calcio 1992/93.
#Cagliari#cagliari#1992/93#Gianluca Festa#Francesco Moriero#Jose Herrera#Enzo Francescoli#Francesco Bellucci#Massimiliano Cappioli
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inter-milan
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